Nonostante le criticità geopolitiche e logistiche continuino a mettere sotto pressione il mercato europeo, la frenata dei consumi, con l’esclusione del comparto automotive, condiziona i compratori, in attesa che una possibile ripresa della domanda prenda piede.
Nel canale di Suez la situazione resta critica. I ritardi e i maggiori costi, non solo assicurativi, preoccupano gli importatori che temono che l’importazione dei prodotti siderurgici diventi sempre meno competitiva, alla luce anche delle quotazioni poco attrattive delle ultime settimane, comparate naturalmente con quelle europee.
In Europa si dibatte sul rischio che una difesa degli operatori a monte della filiera, e non di quelli a valle, possa nel lungo periodo erodere domanda reale e far scomparire end user che non riusciranno più a essere competitivi.
Tutto questo deriva dal fatto che le quotazioni dell’acciaio tenderanno ad aumentare, per effetto delle politiche protezioniste degli ultimi anni, del CBAM incombente e della forte riduzione dell’acciaio colato made in EU (nel 2018 si colavano circa 170 mln di t e nel 2023 se ne sono colate solo circa 125 mln).
Si genereranno, quindi, costi maggiori per il comparto manifatturiero che, per sua vocazione, compete sui mercati globali. Il rischio è quello di indebolire la capacità di resistenza dei player europei, che non hanno alcuna protezione sui prodotti e che, quindi, saranno messi in difficoltà dai competitor extra europei.
Negli USA,nel mese di marzo, abbiamo assistito a quotazioni nuovamente in crescita, dopo che nel mese di febbraio la caduta era sta importante.
In Cina, invece, si registra una difficile ripresa, quantomeno delle quotazioni, anche se dalla metà del mese di marzo abbiamo visto dei recuperi sul mercato dei Futures che fanno ben sperare.
Di seguito, i consueti dati 2024 relativi al settore automotive:
“Sulla scia dei dati positivi di gennaio, anche a febbraio il mercato dell’auto in Europa conferma la crescita e segna +10,2% con 995.059 immatricolazioni verso le 902.878 di febbraio 2023. Nei primi due mesi del 2024 l’incremento è +10,9% con 2.012.136 unità e un saldo di circa 198.000 auto in più rispetto al 1.814.203 di gennaio-febbraio 2023.
Fra i cinque maggiori mercati, nel mese la performance migliore è del Regno Unito (+14%), seguito da Francia (+13%), Italia (+12,8%), Spagna (+9,9%) e Germania (+5,4%). Considerando i dati del primo bimestre, la situazione si ribalta a favore della Germania (+11,8%), seguita da Italia (+11,7%), Francia (+11,2%), Regno Unito (+10,3%) e Spagna (+8,7%).
Per volume totale l’Italia è al secondo posto sia a febbraio che nel bimestre. Il nostro Paese resta invece ancora all’ultimo posto per quota di auto “con la spina” (ECV).
Nel totale del mercato europeo, in febbraio le ECV toccano quota 20,5% (BEV 13,2% e PHEV 7,3%), in linea con febbraio 2023.
Anche nel bimestre l’Italia si conferma maglia nera nella corsa delle ECV, con quota 5,7% (BEV al 2,7% e PHEV al 3,0%), surclassata da Germania 18,3% (BEV 11,6% e PHEV 6,7%); Francia 25,7% (BEV 17,3% e PHEV 8,4%); Regno Unito 23,7% (BEV 15,8% e PHEV 7,9%); Spagna 11,6% (BEV 4,8% e PHEV 6,8%).” (Fonte UNRAE)
Il disassortimento comincia a farsi sentire nella distribuzione dei prodotti piani, con alcuni prodotti ad alto valore aggiunto che mancano sul mercato e per i quali i tempi di consegna stanno notevolmente aumentando.
L’impressione che il bottom price di fine anno scorso non si possa in nessun modo ripetere, quantomeno sul mercato dei produttori europei, è diffusa tra i compratori della distribuzione, che però ultimamente sono sotto pressione a causa della bassa domanda.