Il mese di maggio per il comparto distributivo è stato molto complesso, con consumi in calo e prezzi in ulteriore contrazione.
Le anticipazioni in merito alle modifiche che, dal primo luglio, riguarderanno la nuova Salvaguardia non hanno sortito alcun effetto sui prezzi. Una reazione abbastanza inspiegabile, visti gli impatti importanti che il nuovo regolamento europeo avrà sui centri servizio e, quindi, su una parte della distribuzione.
La nuova Salvaguardia prevede un cap del 15% per i Paesi che accedono alla quota generica degli “altri Paesi” per i prodotti a caldo (categoria 1). In particolare, le attenzioni dei buyer si stanno concentrando sui forti dazi all’importazione da Giappone, Taiwan e Vietnam.
Questi Paesi hanno esportato verso l’Europa, tra aprile 2023 e marzo 2024, circa 3,3 milioni di tonnellate (tra 250.000 e 300.000 t a trimestre per ciascun Paese).
Con l’imposizione del cap del 15%, relativamente al volume di partenza trimestrale della quota “altri Paesi”, avranno dal 1° luglio una quota Paese di 142.000 t. Questo significa una riduzione prospettica dei volumi verso il mercato europeo del 50% circa.
Il dazio che potrebbe derivarne, per lo meno in una prima fase di assestamento necessaria per rimodulare le vendite future e assorbire i volumi pregressi, sarà intorno al 12,5% per i coils a caldo importati da questi tre Paesi.
Nel frattempo, si sono svolte le elezioni europee e il risultato, seppur sorprendente per certi aspetti, non sembra aver posto le basi per un ripensamento radicale delle politiche green portate avanti durante il mandato precedente. Potrebbe profilarsi un secondo mandato Von Der Leyen, probabilmente meno autonomo su alcune politiche, ma pur sempre in continuità con quanto fatto finora.
Le aspettative, quindi, per un cambiamento di passo delle politiche di decarbonizzazione che stanno impattando sulla manifattura europea e del modello di transizione green, sembrano improbabili, anche se il tema della competitività diventerà prioritario con la nuova Commissione.
Il prezzo dei coils negli USA sembra essere ai minimi dell’anno, facendo presagire, per lo meno in alcune analisi, la possibilità di un piccolo rimbalzo già prima della pausa estiva.
Di seguito, i consueti dati 2024 relativi al settore automotive:
“Il mercato italiano dell’auto torna in territorio negativo. Dopo la ripresa di aprile, a maggio le immatricolazioni sono state 139.581, per un calo del 6,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A penalizzare l’andamento mensile del mercato è stata l’attesa per lo sblocco dei nuovi incentivi, partiti ufficialmente solo a inizio giugno con l’apertura delle prenotazioni sull’apposita piattaforma del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Detto questo, rimangono lontani i livelli pre-pandemia: il consuntivo dei primi cinque mesi dell’anno risulta in crescita del 3,4% a 726.311 targhe, un valore, secondo le elaborazioni dell’Unrae, inferiore di quasi il 20% rispetto al corrispondente periodo del 2019.”