Dopo aver toccato il fondo nel mese di luglio, i prezzi dei coils hanno ripreso a crescere, spinti dalla forte preoccupazione dei buyer per il riacquisto dall’import.
È ormai chiaro che il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) coinvolgerà gran parte degli approvvigionamenti extra-UE pianificati da ora in avanti.
Il suo impatto economico, ancora incerto per l’assenza dei “famigerati” benchmark, è stimato tra i 60 e gli 80 €/t. Una forbice che non consente ai buyer di affrontare con la necessaria serenità le operazioni di import.
Di fronte a questa incertezza, molte aziende hanno scelto di rivolgersi ai produttori europei, che hanno rapidamente saturato i portafogli ordini per settembre.
Negli ultimi giorni, complice il movimento del principale produttore mondiale, diversi player hanno modificato i propri listini innescando una corsa all’acquisto che non si vedeva da mesi. Nel Q3 appena iniziato, nonostante una domanda debole, i prezzi si sono stabilizzati, ponendo le basi per l’improvviso rialzo registrato nelle ultime settimane.
Anche il cambio euro/dollaro, che si era rafforzato, si sta ora indebolendo, anche a seguito dell’accordo sui dazi USA-UE appena siglato in Scozia. Una dinamica che complica ulteriormente le importazioni di coils, rendendole meno vantaggiose.
Nel frattempo, fonti sempre più autorevoli parlano di tagli importanti alla produzione in Cina, oggi vittima della propria eccessiva capacità produttiva.
La distribuzione appare pronta a giocare il proprio ruolo nella partita imposta dal mercato,consapevole delle difficoltà che si presenteranno nei prossimi mesi al momento del riacquisto.
Il rischio di scenari di stagflazione preoccupa molti operatori che temono una fase caratterizzata da margini sempre più compressi.
Per questo, si profila una decisa reazione dei distributori, che non possono più rimandare la necessaria ridistribuzione dei maggiori costi d’acquisto sui prodotti finiti.
Il rischio maggiore per il nostro comparto resta quello di ritrovarsi sguarniti su alcune tipologie di prodotto, a causa delle difficoltà di reperimento di certe qualità acquistate dall’import, che con le nuove regole non potranno più essere garantite con continuità.
Nei mesi a venire, rafforzare i rapporti di partnership con la clientela sarà fondamentale per individuare soluzioni condivise e ridurre i rischi sul processo di acquisto.
Di seguito i consueti dati del settore automotive:
Nel mese di giugno 2025, il mercato delle auto nuove in Europa ha registrato un vistoso calo del 7,3%, con 1.010.201 di nuove targhe.
Questa flessione di giugno, in controtendenza rispetto il +1,6% di maggio 2025, rappresenta un dato indicativo del difficile contesto economico globale per i produttori Automotive.
Secondo i dati Acea, nel cumulato gennaio-giugno 2025, le immatricolazioni in Europa sono diminuite dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con complessive 5.576.568 unità.