Il mese di settembre per il comparto distributivo è stato molto complesso, con consumi in calo e prezzi in ulteriore contrazione.
La nuova Salvaguardia, con l’istituzione di pesanti cap per i principali Paesi esportatori di caldo in Europa, non ha sortito, inspiegabilmente, nessun effetto sui prezzi, nonostante gli impatti importanti che il nuovo regolamento europeo avrà sui flussi d’importazione.
Ricordiamo che la nuova Salvaguardia prevede un cap del 15% per i Paesi che accedono alla quota generica “altri paesi” per i prodotti a caldo (categoria 1).
In particolare, Giappone, Egitto, Taiwan e Vietnam pagheranno forti dazi, visto che la quota compresa nel “cap” appare del tutto insufficiente ad accogliere i volumi trimestrali che storicamente esportano in Europa.
Si ipotizza una riduzione prospettica dei volumi per il mercato europeo di circa il 50% dei prodotti a caldo importati.
Il dazio che potrebbe derivarne, per lo meno in una prima fase di assestamentonecessaria per rimodulare le vendite future e assorbire i volumi pregressi, sarà intorno al 12,5% per i coils a caldo importati da questi Paesi.
Nel frattempo si sta profilando la possibilità che dal primo gennaio 2025 siano istituiti dei dazi provvisori sul caldo per Giappone, Egitto, Vietnam e India (Taiwan è rimasta fuori).
Non è ancora chiaro l’importo dei dazi, che potrebbe variare a seconda dell’azienda di provenienza, sulla falsa riga di quanto già fatto per i dazi dalla Turchia.
Si ricorda che nel caso in cui si incorra sia nel dazio di salvaguardia che nell’AD si pagherà solo quello più alto.
Le aspettative, quindi, in merito agli approvvigionamenti per il prossimo anno restanocomplesse da decifrare, ma destano forti preoccupazioni in chi si deve assicurare volumi importanti.
Se si sommano i mancati flussi dall’Asia, che come abbiamo appena citato saranno davvero ingenti, e i tagli produttivi da parte della siderurgia europea da gennaio in poi, vista l’impossibilità di attuarli nell’anno in corso per evitare di perdere quote gratuite di ETS, lo scenario appare davvero sfidante per chi dovrà aggiudicarsi quote importanti di coils per rifornire le proprie linee di taglio.
Da qui l’ipotesi che, nel primo quadrimestre 2025, la spinta rialzista possa sorprendere nuovamente tutti.
I prezzi dei coils negli USA sono rimbalzati e si stanno consolidando in un percorso di recupero che fa ben sperare.
Anche in Cina, complice un forte piano di stimoli, le borse hanno festeggiato e i consumi sembrano in ripresa.
Si attendono ora stimoli fiscali a completamento del piano che potrebbe finalmente portare fuori dal pantano l’economia cinese, dando un forte contributo anche alla ripresa sui mercati di tutto il mondo.
Di seguito i consueti dati 2024 relativi al settore automotive (fonte UNRAE):
“ll mercato delle autovetture italiano, dopo il calo a doppia cifra di agosto, a settembre registra una contrazione del 10,7%, con 121.666 nuove immatricolazioni rispetto alle 136.316 unità nello stesso mese del 2023. Nei primi nove mesi dell’anno la crescita del mercato si riduce al 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo un totale di 1.202.122 unità: un calo del 18,1% rispetto ai livelli pre-pandemia.
Sul fronte delle vetture elettriche, grazie soprattutto al contributo degli incentivi, le BEV(Battery Electric Vehicles) crescono di ben il 29%, raggiungendo una quota di mercato del 5,2%.