Il mese di ottobre è stato caratterizzato da una fase di mercato debole con quotazioni in leggera flessione, per lo meno per le commodities.
La domanda, soprattutto per le acciaierie, è stata molto debole.
Nell’ultima parte del mese e nei primi giorni di novembre invece si è assistito ad un cambio di passo che probabilmente coinciderà con il giro di boa che traghetterà i mercati su livelli di prezzo per lo meno “sostenibili”.
Ricordiamo che la siderurgia europea sta affrontando un percorso complesso ed economicamente oneroso alla ricerca della sostenibilità ambientale, che è parte fondamentale degli obiettivi che l’Unione si è data.
Per questa ragione a molti apparivano già da tempo insufficienti i numeri che stavano negli ultimi mesi caratterizzando il comparto.
Non solo i Produttori, ma anche i Distributori e i Trasformatori sono da mesi in una fase di difficoltà sia per quanto riguarda i margini di vendita che di volumi spediti.
Molte acciaierie europee hanno cominciato a tagliare le produzioni in modo importante.
Probabilmente i break even sono stati oltrepassati; quindi l’unica opzione che resta è quella di diminuire l’offerta per stimolare una domanda apparente che sono mesi che latita, probabilmente anche a causa di un forte de-stoccaggio che è intervenuto a cavallo dell’estate.
Dall’importazione sono diverse settimane che i prezzi e le disponibilità di volumi per l’Europa non incontrano il favore dei buyers.
In parte i buyers stessi dovranno riallocare dei volumi, storicamente attribuiti all’import, sul mercato Europeo, ricalibrando le proprie forbici di prezzo e di conseguenza i listini di vendita per il nuovo anno.
Sicuramente la maggior esposizione sui mercati domestici europei concorrerà a stabilizzare il mercato.
Ottobre è stato un altro mese decisamente positivo per il mercato dell’auto italiano: in particolare, stando ai dati diffusi dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni mensili si sono attestate su 139.052 unità, per un tasso di crescita rispetto all’anno scorso del 20,03% (non lontano dal +22,8% di settembre). Nei primi dieci mesi del 2023 le immatricolazioni sono state 1.315.964, il 20,5% in più sul pari periodo del 2022, ma il 19% in meno sul 2019.
Il Mercato USA da alcune settimane sembra essersi stabilizzato e aver ricominciato a salire, negli ultimi giorni in modo “vigoroso”, a seguito della revoca degli scioperi che stavano bloccando la filiera degli OEM da alcune settimane.
Questo è un elemento da non sottovalutare; molti operatori erano in attesa di capire come si sarebbe risolta la vertenza negli stabilimenti dei costruttori di auto in USA per pianificare acquisti e investimenti futuri.
In Cina il settore manifatturiero, interessato da misure di incentivazione importanti, sta attraversando una fase di grande dinamismo, che si riverbera a livello globale anche in una pressione competitiva su certi mercati, come quello dell’automotive.
Sui prodotti ad alto valore aggiunto, tra l’altro tra i pochi non interessati da dazi, quindi si sta osservando una rigidità notevole sul mantenimento delle quotazioni richieste, in questa fase poco competitive con gli europei.
Al palo invece il settore immobiliare e delle costruzioni, vittima delle enormi difficoltà incontrate da alcuni importanti Players asiatici del settore.
Cercando di immaginare un possibile scenario per i prossimi mesi, crediamo che potranno esserci “buchi di magazzino” generati dal forte de-stoccaggio che la Distribuzione ha posto in essere negli ultimi mesi.
Se ci sarà un’ulteriore frenata delle produzioni Europee, assisteremo sicuramente ad un ulteriore rimbalzo nei prezzi.
Ricordiamoci che si sta già pianificando, con gli acquisti e con la definizione di contratti di vendita a cliente, buona parte di quel che accadrà nel Q1 del prossimo anno, tradizionalmente un buon trimestre, se non il migliore degli ultimi anni, in termini di volumi spediti.
Dire che cosa potrà succedere ai prezzi è arduo, ma a nostro modesto avviso si può sostenere che:
- La fase di bottom price è ormai stata superata, e difficilmente sarà ripetibile nei prossimi mesi, osservando i costi siderurgici di base e lo sforzo per la decarbonizzazione richiesto ai produttori.
- L’importazione non è più così competitiva come in passato.
- Ci stiamo avvicinando al Q1 e quindi ad un trimestre che storicamente da soddisfazione al comparto manifatturiero.
- I mercati Asiatici e soprattutto quello USA sembrano aver svoltato nelle scorse settimane.
- Le protezioni del mercato europeo, con l’avvio del CBAM, e con Le Salvaguardie che stanno condizionando da mesi i buyers, forniranno supporto all’eventuale rimbalzo dei prezzi.
- I prezzi delle acciaierie europee si stanno staccando dai bottom price recenti e in alcuni casi il rimbalzo è stato anche significativo.
- I costi energetici saliranno in conseguenza anche dei nuovi scenari di crisi geopolitica che si stanno aprendo in Medio Oriente.
Alcuni distributori stanno iniziando a non avere certe disponibilità e la situazione in merito agli stock a terra, nel corso dei prossimi mesi, potrebbe peggiorare.